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Test Covid, il medico di famiglia: «Così ho scoperto 2 asintomatici»

Fa i tamponi dove fino a qualche giorno fa si giocava a carte, si chiacchierava, si facevano lezioni di ballo o ginnastica di gruppo. Il dottor Fabio Valente, vicecoordinatore delle Unità di cure domiciliari (Uscar) del Lazio, da sabato ha iniziato a «tamponare» i suoi pazienti nei locali del centro anziani di Ostia, in via dell’Idroscalo. «Sui primi 25 due sono risultati positivi – racconta -. Erano completamente asintomatici, quindi persone che sarebbero andate in giro e avrebbero contagiato inconsapevolmente molti cittadini. Invece ora sono in isolamento a casa, in questo modo proteggiamo tutti».

A Ostia Valente ha uno studio associato con altri nove medici, ognuno ha circa 1.500 pazienti, per cui hanno un bacino di intervento che corrisponde a un paese molto grande o a una piccola città. «Noi stiamo lavorando in locali messi a disposizione dal X Municipio – spiega – in assoluta sicurezza. In accordo anche con gli anziani che frequentano normalmente il centro. I locali e la loro disposizione permettono di lavorare in tranquillità». Il tampone che viene somministrato è quello antigenico con la determinazione del Coi (Concentrazione del virus, ndr), usato quest’estate all’aeroporto di Fiumicino. «Abbiamo in tempo reale l’indice di pericolosità – precisa Valente-. Se il valore è meno di 1 è negativo, se il valore è tra 1 e 10 si passa al tampone molecolare, se è superiore a 10 si va in isolamento direttamente, perché la positività è già accertata».

Oltre allo studio medico di Ostia, altri sono già operativi a Tor de’ Cenci, Ariccia, Civitavecchia, Anzio. La risposta arriva in mezz’ora, il paziente aspetta vicino al centro anziani oppure viene richiamato e riceve al più presto l’esito dell’esame. Se la risposta è positiva il caso passa alle Asl per le procedure di sorveglianza, se negativo si torna alla propria vita senza impedimenti. In questo modo inoltre si alleggerisce la pressione sui drive-in e si ottimizza l’uso dei tamponi molecolari. «Si viene anche incontro a chi non ha la macchina e la possibilità anche economica di andare più lontano per l’esame. Ovviamente si deve avere il sospetto di essere entrati in contatto con un positivo o avere sintomi», precisa il medico. Ad Ariccia, per esempio, il gruppo della dottoressa Serena Mastroianni sui primi 25 tamponi processati ha intercettato altri due positivi asintomatici

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