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Nell’antica Ostia, gli archeologi Unibo riscoprono il quartiere marittimo

Appena conclusa l’ultima campagna di scavo del Progetto Ostia Marina che indaga una delle aree suburbane più importanti della città romana: un paesaggio urbano che si è trasformato continuamente nei secoli, sia per mano dell’uomo che a causa dell’azione della natura.

L’antica città di Ostia Marina è stata la prima colonia dell’antica Roma e per secoli si è espansa come suo alter ego sulla costa del Tirreno. Ora, zone mai scavate (o esplorate solo superficialmente) dell’abitato stanno tornando alla luce grazie ad un progetto guidato dal Dipartimento di Storia Culture Civiltà dell’Università di Bologna.

Nato nel 2007 grazie ad un accordo strategico con l’allora Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma (oggi Parco Archeologico di Ostia Antica), il Progetto Ostia Marina si concentra sul quartiere marittimo, una delle aree suburbane più importanti dell’antica città. “Il fascino di questa ricerca deriva dalla possibilità di documentare un paesaggio urbano che si è trasformato continuamente nei secoli, sia per mano dell’uomo che a causa dell’azione della natura”, spiega Massimiliano David, professore dell’Alma Mater che guida il progetto.

L’ultima campagna di scavo, appena conclusa, si è concentrata attorno all’area del “Caseggiato delle due scale”, un isolato dal quale è possibile ottenere informazioni importanti su come mutarono i modi dell’abitare nell’antica città tra il II e il V secolo d.C. Gli studenti e gli archeologi dell’Alma Mater coinvolti hanno inoltre realizzato un saggio stratigrafico dell’area archeologica, e hanno portato avanti una campagna di restauro della “Caupona del dio Pan”, antica osteria che a partire dal IV secolo venne trasformata in un mitreo (edificio sacro destinato al culto del dio Mitra) decorato con marmi colorati.

L’area del quartiere marittimo, su cui si concentra il Progetto Ostia Marina, si estende fuori dalle mura della città, oltre l’antica Porta Marina, che doveva distare poco più di centro metri dal mare quando venne realizzata nel I secolo a.C. In seguito, in quel tratto di costa il mare si allontanò. È così che nacque il quartiere: una zona suburbana che crebbe progressivamente sulla costa, fuori dalla città.

Grazie alle campagne di scavo realizzate fino ad oggi sono stati individuati tre nuovi edifici: la “Caupona del dio Pan”, il “Caseggiato delle due scale” a cui sono associate le “Terme dello scheletro”, e le “Terme del Sileno”. Inoltre, sono stati indagati edifici già noti e famosi come le “Terme della Marciana” e le “Terme di Musiciolus”.

“Le ricerche del Progetto Ostia Marina richiamano l’attenzione di studiosi impegnati su molti temi diversi: esperti del paleoambiente, storici dell’architettura, storici delle religioni, numismatici, medievisti e tanti altri specialisti”, dice ancora Massimiliano David. “Tutti calamitati da scoperte che stanno offrendo opportunità inattese per riuscire a ricostruire la vita di questa antica città, un centro di fondamentale importanza per l’antico spazio mediterraneo”.

Università di Bologna

 

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