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Ostia, i tronchi recisi raccontano le favole

Dallo sfregio alla creatività. Tronchi recisi diventano opere d’arte, divulgatori di favole e leggende. Attraverso la mano estrosa di giovani studenti, parole e disegni restituiscono “ossigeno” agli alberi morti, l’incanto delle fiabe e l’innocenza della scoperta ai cittadini. Al Piccolo Principe di Antoine de Saint-Exupéry, che ha perso la strada per il suo pianeta, e al gatto Zorba di Luis Sepúlveda, che a dispetto di ogni logica diventa il maestro di volo di una gabbianella bianca, Fortunata, il compito di diffondere il sapere abbattendo l’incuria e il degrado che circondano il parco Pietro Rosa di Ostia.

“Non si vola mai al primo tentativo, ma ci riuscirai”, recita un albero mozzato. “Vola solo chi osa farlo”, si legge poco più avanti. “C’è un fiore, credo mi abbia addomesticato”, è la frase incisa su un albero con la chioma mozzata. E poi ancora: “A tutti i grandi che sono stati bambini, ma non se lo ricordano più”. “Con queste estemporanee di pittura – spiegano dal collettivo di studenti delle università capitoline La Sapienza, Roma Tre e San Raffaele, ma anche di Trento e Bologna – vorremmo, oltre che puntare a una riqualificazione del parco, lanciare un messaggio: qualunque luogo può invitare alla cultura, stimolare curiosità e attivismo, instillare una speranza di rinascita, affinché ogni giorno una favola nuova si spinga a immaginare e realizzare tutti i mondi possibili”.

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